Preso d’assalto dal pubblico, il padiglione di San Marino è costretto, per due volte nel weekend, a bloccare l’ingresso, del pubblico, per l’impossibilità di far entrare le persone, data la grande ressa nelle due sedi di Telecom Future Center a Rialto e Ateneo Veneto di fianco al teatro La Fenice. Il grande e inaspettato successo dell’installazione di Liu Ruo Wang, con i circa cento lupi insanguinati che assaltano la Pietà di Michelangelo, ha decretato il successo del Padiglione di San Marino, che è stato segnalato dalla stampa internazionale come una delle dieci cose da non perdere di questa Biennale di Venezia.
La folla si è poi anche riversata all’Ateneo Veneto, ad ammirare la grande opera di oltre 12 metri, di Zhang Hong Mei una delle più interessanti artiste donne cinesi che si confronta con i grandi del rinascimento veneziano. Le opere dei grandi maestri veneziani che ornano le volte delle sale, creano infatti un suggestivo dialogo, tra antico e moderno, laddove i ritmi compositivi della dinastia cinese Han, evocata da Zhang Hong Mei nella sua monumentale opera, si confrontano con le eleganti e drammatiche composizioni dei maestri veneziani. L’interesse per il padiglione sammarinese è tale che già numerosi musei stranieri, hanno chiesto di poterlo ospitare, avviando le trattative per portare il padiglione in alcuni musei degli Stati Uniti, della Svezia e della Germania.
I lavori degli undici artisti coinvolti nel progetto (6 sammarinesi e 5 cinesi) hanno attirato l’attenzione di stampa, galleristi ed esperti di arte di tutto il mondo, catturando l’attenzione di molte migliaia di visitatori, che si sono fermati ad ammirare le interessanti opere.
“Senza dubbio, i quasi cento lupi in ferro realizzati a grandezza naturale dal bravissimo Ruo Wang sono tra le opere di maggior interesse della manifestazione, non solo per la perfezione estetica, ma anche per il loro significato. – Ha commentato il curatore Vincenzo Sanfo. – Si tratta, infatti, di un branco di belve con fauci insanguinate che corre verso una riproduzione della Pietà di Michelangelo, a rappresentare da un lato una denuncia contro chi attacca e distrugge l’arte, dall’altro una condanna contro le persecuzioni religiose.”
Le opere degli artisti che espongono nell’ambito di Friendship Project – China sono ospitate all’interno di tre diversi spazi espositivi: Spazio Telecom Italia Future Centre, Ateneo Veneto e Palazzo Rota Ivancich:
Presso lo Spazio Telecom Italia Future Center l’enorme installazione di Liu Ruo Wang: un branco di quasi cento lupi dalle fauci insanguinate che corre verso la Pietà di Michelangelo. Un forte grido di denuncia espresso dall’artista contro le persecuzioni religiose e la distruzione dell’arte, ispirato alle parole di Papa Francesco.
All’interno dell’Ateneo Veneto, la rassegna tutta al femminile con due importarti artiste: Zhang Hong Mei, che per le sue opere utilizza tessuti delle antiche dinastie, ridipinti e applicati a vecchi ritratti di famiglia ed Eleonora Mazza, arista sammarinese che ha colpito il pubblico per i suoi quadri materici e colorati che rappresentano una seduta psicoanalitica su se stessa e sul proprio mondo. Un diario di vita e di famiglia.
Cinque straordinari artisti hanno poi trasformato le stanze di Palazzo Rota Ivancich suggestivo luogo ove regnano i colori, l’immaginazione, la vivacità. Il piano terra è stato allestito con i quadri e le lunghe stoffe colorate dell’artista cinese Li Lei, un vulcano in eruzione, dove ogni colore è l’espressione di un simbolo, un linguaggio legato alla sua personale visione del rapporto tra uomo e di Dio. Ma Yuan, invece, rilegge la filosofia buddista, rappresentandone il profondo significato attraverso un grande scettro contenente sabbia di diversi colori, che l’artista ha ottenuto sbriciolando vecchie statue dell’epoca Tang e Ming. Un’altra stanza è stata dedicata ai quadri pop di Xu De Qi, lavori che richiamano quelli di Andy Warhol, con protagoniste le star cinesi contornate da pesci, animale che per la cultura cinese simboleggia la ricchezza, la fortuna e la sessualità. Anche i quadri di Giancarlo Frisoni, realizzati su pannelli con terra impastata, solfato di rame, zolfi e pigmenti, hanno destato grande interesse per la loro originalità. Suggestive, anche se meno colorate, le raffinate sculture astratte della giovane Valentina Pazzini, tre opere in marmo dai colori scuri che rievocano temi attuali, come l’attentato al giornale satirico francese Charlie Hebdo che, attraverso il valore allegorico espresso dalla matita che trafigge un marmo, vuole rappresentare l’odio e l’equilibrio precario di questo complesso e quanto mai difficile momento storico.